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Vero pesto alla genovese: segreti e considerazioni utili

pesto alla genovese - Ricettepercucinare.com


Vero Pesto alla Genovese: i segreti di questo delizioso condimento

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Il pesto è una salsa italiana della tradizione che si tramanda di famiglia in famiglia da tempo immemore. Ma c’è un vero pesto che spicca tra tutti gli altri: il famoso Pesto alla Genovese. L’originale. Oggi tutti fanno il pesto con qualunque tipo di olio e di basilico, oppure usando le mandorle al posto dei pinoli. Niente di più sbagliato! In questa breve guida, scoprirete i segreti e la vera essenza di questa deliziosa specialità ligure.

Le basi del vero pesto alla genovese

Il pesto alla Genovese ha una storia radicata nella regione della Liguria, dove è nato nel XIX secolo. Questa salsa è caratterizzata da un’armoniosa combinazione di basilico fresco, aglio, formaggio parmigiano reggiano, pecorino e pinoli. Uno degli ingredienti segreti che rende il pesto alla genovese unico è l‘olio extravergine di oliva ligure, che conferisce al condimento un gusto ricco e avvolgente. Se vi trovate in Puglia o in Campania potete anche usare il buon olio locale di quelle regioni, ma sappiate che state abbandonando la strada della ricetta originale!

Prima regola: gli ingredienti devono essere freschi e la lavorazione manuale

La preparazione del vero pesto alla Genovese richiede una certa maestria. Prima di tutto, è importante utilizzare solo i migliori ingredienti freschi. Il basilico, ad esempio, deve essere scelto con cura, con foglie verdi e profumate. Inoltre, il pesto tradizionale viene preparato rigorosamente con un mortaio e un pestello, seguendo una tecnica tradizionale che permette di ottenere una consistenza cremosa e un sapore intenso.

Come usare il pesto alla genovese: parola ai liguri…

Il pesto alla Genovese è incredibilmente versatile. Tradizionalmente, viene utilizzato per condire la pasta, soprattutto le famose trofie liguri. Ma questo delizioso condimento può anche essere spalmato su crostini di pane o utilizzato per insaporire carni arrosto e pesci alla griglia. Inoltre, il pesto può essere un’ottima aggiunta a insalate e zuppe, regalando sapore e freschezza al piatto. Fermo restando che i liguri lo gustano quasi esclusivamente con le trofie!

Come conservare il pesto alla genovese perché duri

Ecco il segreto dei genovesi

Per evitare che il pesto alla Genovese perda il suo gusto autentico, è importante conservarlo correttamente. Generalmente, il pesto viene conservato in barattoli di vetro sigillati e tenuto in frigorifero per un massimo di una settimana. L’uso di un cucchiaio di olio extravergine di oliva per coprire la superficie del pesto può aiutare a evitare l’ossidazione e mantenere il condimento fresco e gustoso.

In conclusione, il vero pesto alla Genovese è un condimento straordinario che cattura lo spirito e i sapori della regione della Liguria. Con la sua ricetta tradizionale e i suoi ingredienti di qualità, è un’esplosione di sapori che delizia i palati di tutto il mondo. Che siate amanti della cucina italiana o semplicemente curiosi di provare qualcosa di nuovo, non potrete resistere al fascino e alla bontà di questo autentico pesto.



Polpo, curiosità e segreti | Ricettepercucinare.com

insalata di polpo - My Italian Recipes


insalata di polpo - My Italian Recipes

Alzi la mano chi non ama una bella ricetta con polpo: caldo o tiepido in inverno, freddo in estate, il polpo è uno di quei molluschi che risolve antipasto, primo e secondo in poche mosse. Non è nemmeno troppo difficile da preparare ed è ricco di ottime proprietà nutritive. Ma ci sono alcune curiosità e segreti sul polpo che sicuramente non avreste mai immaginato. Scopriamole insieme.

Il polpo è un animale incredibile, ecco alcune curiosità che lo riguardano

Starete già pensando al polpo in insalata, ma noi vogliamo prima raccontarvi alcune curiosità su questo cefalopode così straordinario. Il polpo appartiene alla famiglia dei cefalopodi, molluschi con la testa particolarmente grande e con il corpo più piccolo. E’ un animale dotato di innumerevoli tentacoli, abilissimo anche nel mimetizzarsi in caso di pericolo. Queste brevi informazioni sicuramente erano già in vostro possesso. Ma ve ne sono altre. Scopriamole insieme:

  1. in natura esistono 300 specie diverse di polpi
  2. alcuni polpi riescono a vivere anche a 4000 metri di profondità
  3. i polpi riescono a mimetizzarsi ma anche a camuffarsi, assumendo le sembianze di altri animali per sfuggire ai loro predatori o per predare meglio le loro vittime
  4. anche il polpo dispone di una sacca di inchiostro utile per annebbiare le acque e fuggire in caso di emergenza
  5. sui suoi 8 tentacoli si trovano migliaia di recettori chimici che gli servono per sviluppare il gusto e l’olfatto
  6. riescono ad infilarsi in qualunque anfratto, contraendosi in modo straordinario
  7. hanno 3 cuori, uno per pompare sangue verso il cuore e gli altri due per pomparlo verso le branchie
  8. alcuni sono velenosi, emettono una tossina che usano per immobilizzare le loro prede
  9. il loro sangue è ricco di rame e di colore blu
  10. sono molto intelligenti e hanno un’ottima consapevolezza di sé
  11. sono daltonici, non vedono il colore rosso e difficilmente distinguono il rosso dal blu

Come cucinare il polpo: non solo polpo in insalata

Vediamo ora di spostarci dal mondo animale a quello gastronomico. Il polpo può essere cotto senza aggiunta di liquidi oppure bollito in acqua. Indicativamente saranno sufficienti 20 minuti ogni mezzo kg. Vediamo alcune ricette:

  • polpo in insalata
  • catalana di polpo (con patate lesse)
  • in umido, in pignata
  • fritto
  • polpette di polpo
  • arrostito su piastra, bistecchiera o barbecue

Le idee sono tutte ottime. Il polpo fresco è eccellente ma se non vi sentite troppo abili in cucina, optate per il polpo decongelato: sarete ancora più sicuri del fatto che la carne diventerà morbidissima!



Taralli pugliesi friabili ricetta | Ricettepercucinare.com

taralli pugliesi friabili ricetta - Ricettepercucinare.com


taralli pugliesi friabili ricetta - Ricettepercucinare.com

I taralli pugliesi friabili piacciono a tutti noi e spesso finiamo con l’andare ad acquistarli al supermercato per goderceli a tavola o sul divano durante la visione di un film. Non ci verrebbe mai in mente di farli in casa perché riteniamo forse che sia complicato e macchinoso, ma in realtà provare a farli non costa nulla. Vi servirà solamente un po’ di pazienza e, seguendo la nostra ricetta, scoprirete che il risultato sarà super. Sono davvero taralli friabili e gustosi. Super! Scoprite insieme a noi la ricetta e soprattutto il segreto per farli perfetti. 

Taralli pugliesi friabili, ingredienti

I taralli pugliesi friabili si preparano con pochissimi ingredienti. Vi domanderete come fanno ad essere così friabili con così pochi ingredienti! Ve lo raccontiamo a breve. Una volta preparati i taralli in casa con la nostra ricetta – e fatto il paragone con quelli acquistati al supermercato – vi renderete conto che quasi quasi vi conviene e preferite farveli da soli. Ma veniamo subito alla ricetta.

Ecco gli ingredienti

  • 125 gr di farina (scegliete una buona farina locale, naturalmente)
  • olio extravergine di oliva: 30 ml
  • vino bianco pugliese secco: 40 ml
  • una presa di sale
  • pepe nero, un pizzico
  • semi di finocchio ove graditi

Abbiamo menzionato i semi di finocchio perché sono tra gli ingredienti principali dei taralli pugliesi classici. Ma non gli unici. Potete anche ometterli se non li gradite! Mano a mano che acquisirete confidenza con la ricetta, potrete decidere se fare delle aggiunte di vostro gusto, come il rosmarino, la curcuma o altri ingredienti secchi che vi possano piacere. Ad ogni modo, gli ingredienti che vi abbiamo dato sono quelli per preparare dei taralli pugliesi friabili.

Preparazione dei taralli

Veniamo subito alla preparazione dei taralli pugliesi friabili e vediamo come si fanno e soprattutto come ottenere questa straordinaria friabilità.

  • prendete una ciotola e lavorate assieme tutti gli ingredienti
  • formate una palla omogenea e liscia ed avvolgetela in una pellicola trasparente
  • lasciatela riposare per una mezz’ora circa
  • poi riprendetela e cominciate a lavorarla
  • ricavate tanti serpentelli lunghi
  • tagliate ciascun serpentello per una lunghezza sufficiente per avvolgerli in un dito o massimo in due dita
  • avvolgete ciascun serpentello attorno al dito o alle due dita
  • cuocete i taralli in acqua bollente salata come fossero degli gnocchi
  • quando vengono a galla, spostateli su un canovaccio pulito
  • armatevi di pazienza e lasciateli ad asciugare per alcune ore (5 o 6 ore, ma anche per una notte ove possibile)
  • l’indomani o trascorso il tempo di attesa cuocete i taralli in forno a 180 gradi per 20/25 minuti o sino a doratura
  • i taralli sono pronti, assaggiateli: sono friabilissimi, non è vero?

Nella preparazione dei taralli pugliesi risiede il segreto della friabilità

Nella preparazione dei taralli pugliesi risiede proprio il segreto della loro straordinaria friabilità. Ed è presto detto: si tratta della doppia cottura. I taralli pugliesi friabili sono taralli che subiscono una doppia cottura. Molte persone ci scrivono per ricevere la ricetta dei taralli pugliesi senza bollitura, ma se volete essere sicuri di ottenere una certa friabilità vi consigliamo di armarvi di pazienza e non saltare nessun passaggio!



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