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Che tipo di pasta per il ragu?

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Che tipo di pasta per il ragu? Sembrerà una domanda banale ma non lo è. Come tutti sapete i formati di pasta non sono stati concepiti solo per portare varietà e divertimento in tavola. Al contrario, ciascun formato ha il suo condimento. Spieghiamoci meglio: naturalmente ognuno è libero di accostare formati e sughi a piacere, ma vi sono alcuni formati di pasta che si prestano molto bene ad accompagnare e sottolineare i diversi sughi. Un caso emblematico è quello della pasta al ragu. Quale sarà il formato di pasta ideale per questo grande classico della cucina italiana? Scopriamolo insieme.

sughi e formati - pasta al ragu - Ricettepercucinare.com

Corta o lunga? Liscia o rigata? Il dubbio è sempre dietro l’angolo

Prima di entrare nel merito del formato di pasta per il ragu, facciamo un “giro” veloce tra tutti gli altri sughi famosi della tradizione italiana e vediamo quale tipo di formato di pasta sia l’ideale per loro.

  • Amatriciana: sicuramente pasta lunga. A Roma e dintorni vi proporranno i bucatini, ma potete anche osare con gli spaghetti.
  • Carbonara: potete scegliere tra pasta lunga e corta. Vanno bene gli spaghetti, ma anche i rigatoni. De gustibus!
  • Ragu di carne di selvaggina (anatra, cinghiale…): le pappardelle o tagliatelle all’uovo sono l’ideale. Alte, corpose e rugose, accompagnano queste tipologie di sughi alla perfezione
  • Cozze o vongole: pasta lunga, linguine sottili, spaghetti o spaghettini
  • Pasta con salmone: è perfetta la pasta corta. Se la pasta al salmone è servita fredda potete usare le farfalle, altrimenti optate per un altro tipo di pasta corta. Le farfalle sono indicate per le insalate di pasta.
  • Sughi alla pescatora: tradizionalmente si servono con i paccheri
  • Pasta al pomodoro: va bene sia pasta corta che i classici spaghetti
  • Pasta al pesto alla genovese: potete usare le trofie oppure le bavette. Sia le trofie che le bavette sono formati della tradizione ligure
  • Sughi a base di funghi: fettuccine all’uovo, sempre
  • Sugo alla puttanesca o all’arrabbiata: mezze maniche o mezze penne

pasta alla carbonara - Ricettepercucinare.com

Che formato di pasta per il ragu? Che tipo di pasta per il ragu? Rispondiamo a queste domande

Veniamo ora all’annosa questione del formato di pasta per il ragu. Che è l’unico che abbiamo tralasciato nella nostra lista. Il ragu alla bolognese è uno dei grandi simboli della cucina italiana nel mondo. Tutti lo copiano e tutti provano a prepararlo, anche all’estero, dove spesso lo chiamano “bolognese”. Per quanto riguarda il formato di pasta per il ragù, sicuramente le tagliatelle sono particolarmente indicate. Vanno bene anche i formati di pasta corta, come mezze maniche o mezze penne. Ma se proprio volete preparare un piatto speciale, vi consigliamo di provare gli gnocchi al ragù. Fare gli gnocchi in casa è divertente e non è per nulla complicato. A voi dunque decidere quale pasta al ragù preparare e che tipo di pasta per il ragu scegliere.

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3 cose che non sapevi sul radicchio di Treviso

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radicchio di treviso in padella - Ricettepercucinare.com

Il radicchio di Treviso è un’autentica bontà. Prodotto tipico del Veneto, è molto amato anche nel resto d’Italia. Ottimo crudo, si presta molto bene ad essere anche cotto e “trasformato” al fine di dar vita a tante diverse preparazioni. Ma sappiamo davvero tutto sul radicchio di Treviso? Ecco 5 cose che forse non sapevi su questo strabiliante e coloratissimo ingrediente. 

1 – Il Radicchio ha molte caratteristiche benefiche

Il radicchio di Treviso è un alimento sano e leggero. Ha un buon effetto disintossicante ed antiossidante. E’ ricco di vitamine del gruppo B, vitamina C e vitamina K. E’ anche ricco di potassio. Oltre a disintossicare l’intestino, aiuta le arterie a tenersi pulite e a tenere a bada il colesterolo. Il suo effetto antiossidante invece è perfetto per ritardare o prevenire l’insorgenza delle patologie tipicamente legate all’invecchiamento cellulare. Infine, riduce la glicemia!

2 – La produzione del radicchio di Treviso è molto particolare

Vi immaginerete un bel campo pieno di cespi di radicchio di Treviso pronti ad essere raccolti e venduti. La realtà dei fatti non è esattamente così. Il radicchio di Treviso prevede una procedura un po’ più articolata e complicata. Le fasi della produzione del Radicchio di Treviso sono fondamentalmente 3 e sono la preforzatura, l’imbianchimento e la toelettatura. Durante la preforzatura, i cespi di radicchio sono raccolti con le loro radici, legati in mazzi e ripiantati in apposite serre. Durante l’imbianchimento, il radicchio è posto “in ammollo” in apposite vasche d’acqua. Infine, durante la toelettatura, si esegue un lavaggio dei cespi, che poi andranno in vendita.

3 – Qual è l’origine del radicchio di Treviso?

Il radicchio di Treviso è un ortaggio dalle origini piuttosto datate. Sembra che abbia fatto la sua comparsa in quel di Treviso appunto nel Cinquecento. Vi sono alcuni testi dell’Ottocento che fanno riferimento chiaramente a questo tipo di radicchio.

 



Piccola guida al porridge | Ricettepercucinare.com

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piccola guida al porridge - Ricettepercucinare.com

Abbiamo già avuto modo di darvi la ricetta del porridge altrove e ormai sapete bene come preparare il porridge dolce e il porridge salato. Oggi riassumiamo brevemente quel che sappiamo sulla ricetta e rispondiamo ad alcune domande frequenti sul tema. Vediamo allora questa piccola guida al porridge cosa ci racconta.

Il porridge è sempre stato una colazione sofisticata?

Cominciamo la nostra piccola guida al porridge con qualche cenno storico su questa pietanza così semplice e così nutriente. Pensate che nel XVIII secolo il porridge era una zuppa povera. Un pò come in Pianura Padana la polenta era l’alimento principale in tempi di povertà, analogamente in Scozia accadeva con l’avena. La zuppetta di avena si gustava sia calda che fredda, a tutte le ore del giorno. Era un pasto semplice ma nutriente e soprattutto onnipresente.

Come si traduce in italiano porridge?

In inglese il porridge ha vari nomi. Si chiama anche porrige, parritch, porage. In italiano lo possiamo tradurre con pappa d’avena o zuppa d’avena. In realtà l’avena è una delle opzioni perchè oggigiorno si usano vari cereali per preparare il porridge, non solamente l’avena. L’importante è che siano cereali contenenti molto amido, capaci di dar vita ad una vera e propria “pappetta”.

Cosa si può mettere nel porridge? Il porridge fa bene?

Come detto, solitamente l’ingrediente principe del porridge classico sono i fiocchi di avena. Sono altamente proteici e ricchi di vitamina B1, oltre a un elevato numero di fibre. E’ un piatto semplice che garantisce un senso di sazietà prolungato. Potete poi giocare con i sapori aggiungendo frutta fresca o secca, yogurt, un topping particolare, gocce di cioccolato, vaniglia, frutta esotica. Quello che volete voi. Se vi piace, potete anche fare il porridge salato. Nel porridge salato potete aggiungere zucchine, tonno, salmone.

Con quali altri cereali oltre l’avena si può preparare il porridge?

Se non avete l’avena o volete provare qualche variante, usate il miglio, il grano saraceno, i semi di quinoa. Quanto ai liquidi, come sapete il porridge si cuoce nel latte, ma potete anche mettere acqua o altre tipologie di latte vegetale che potreste avere in casa. Latte di soia se siete vegani, latte di mandorle o altre bevande di vostro gusto.

 

 

 



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