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Crostata di ricotta con gocce di cioccolato

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La crostata di ricotta con gocce di cioccolato è una tra le torte classiche italiane più amate e gustate da grandi e piccini. Il suo ripieno è a base di ricotta vaccina, ed in questo ricorda vagamente la famosissima pastiera napoletana. Pur tuttavia la golosità “cioccolatosa” in questa torta è davvero di casa. La pasta frolla che abbiamo usato per dar vita a questa ricetta è molto morbida e piacevole al taglio. Peraltro si tratta di una pasta frolla che si presta molto bene ad essere coperta con la crema di ricotta senza correre il rischio di rimanere cruda. 

I dolci con la ricotta sono ottimi perchè sanno di casa e spesso ci ricordano la nostra infanzia. Uno dei grandi classici di tutte le nostre case è proprio la crostata con ricotta e marmellata. Anche la crostata di ricotta e gocce di cioccolato è sempre gradita e peraltro è ottima anche nei giorni successivi alla sua preparazione. La crema che prepareremo e alla quale andremo ad aggiungere le gocce di cioccolata è molto simile a quella che abbiamo usato altrove per la nostra crostata con ricotta e marmellata. Poiché non c’è marmellata ma cioccolata, inoltre, siamo abbastanza sicuri che questa crostata sarà gradita a moltissimi bambini.

Vediamo dunque la ricetta della crostata di ricotta con gocce di cioccolato

Crostata di ricotta e cioccolato, ingredienti

Per la pasta frolla per crostata:

Per il ripieno della torta

  • 500 grammi di ricotta vaccina
  • 100 grammi di zucchero
  • 100 grammi di gocce di cioccolato (le acquistate già pronte al supermercato)
  • 1 uovo intero

Crostata di ricotta con gocce di cioccolato, preparazione

Vediamo ora come si prepara questa crostata fatta in casa.

  • munitevi di una ciotola abbastanza capiente all’interno della quale metterete la farina ben setacciata. Aggiungete il burro a dadini, l’uovo intero e il tuorlo, lo zucchero, il lievito, la vanillina ed il sale.
  • lavorate tutti gli ingredienti assieme. dovrete ottenere un impasto ben liscio.
  • avvolgete l’impasto nella pellicola e riponetela in frigo per mezz’ora a riposare.
  • per preparare la vostra pasta frolla per crostate potete usare un robot da cucina Bimby o una planetaria, eventualmente.
  • fintanto che la frolla riposa, passate la ricotta al setaccio affinchè perda la sua acqua
  • se non setacciate la ricotta, bagnerete troppo la frolla, che faticherà a cuocere, e non avrete una crema ben compatta.
  • aggiungete alla ricotta l’uovo, lo zucchero e le gocce di cioccolato
  • il consiglio che vi diamo è di mettere le gocce di cioccolato in freezer un paio d’ore prima di preparare il dolce. Questo è un trucchetto che consentirà alle gocce di non sciogliersi troppo in cottura.
  • accendete il forno a 180 gradi e riprendete la frolla
  • stendete i tre quarti della frolla tra due fogli di carta forno e poi spostate la frolla nel vostro stampo da crostata o in una tortiera apribile (il diametro perfetto è da 24 cm).
  • non dimenticate di fare in modo da avere anche parte della frolla lungo i bordi della tortiera. non solo sul fondo.
  • rialzate per bene tutti i bordi e bucherellate il fondo della torta con i rebbi di una forchetta
  • versate la crema di ricotta con gocce di cioccolato sul fondo della torta
  • ora prendete la frolla avanzata, stendetela nuovamente tra due fogli di carta forno e poi ricavate delle belle strisce. l’ideale è usare la rotella dentellata.
  • usate le strisce per creare il classico reticolato sulla superficie della crostata di ricotta con gocce di cioccolato.
  • infornate nella parte bassa del forno per tre quarti d’ora (in basso per fare in modo che la frolla cuocia bene e non si bagni con la crema a base di ricotta)
  • quando la torta è cotta toglietela dal forno. Se vi va potete decorarla con altre gocce di cioccolata.

 



Storia delle frittelle veneziane | Ricettepercucinare.com

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La regione Veneto è una regione con una tradizione gastronomica straordinaria capace di scandire, a suon di sapori, i piccoli grandi appuntamenti dell’anno e del calendario. Non v’è santo o ricorrenza che non abbia una sua pietanza caratterizzante. Per quanto riguarda il Carnevale, parliamo naturalmente delle frittelle veneziane. Durante il periodo del Carnevale, in Veneto trovate le frittelle in tutti i panifici e supermercati. Le trovate semplici, le classiche veneziane, ma anche con crema o zabaione. Che gioia addentare queste piccole grandi bontà! E che ricordi d’infanzia, per chi le ha gustate più e più volte da bambino! Ma conoscete la storia delle frittelle veneziane? Ve la raccontiamo noi. 

Le frittelle veneziane, dolce nazionale della Repubblica Serenissima

Innanzitutto dovete sapere che le frittelle veneziane sono così buone che le trovate sino in Friuli e sino al confine con la Lombardia. La loro storia affonda le sue radici nella seconda metà del XIV secolo. Il primissimo documento scritto che cita la ricetta delle frittelle veneziane si trova oggi a Roma, all’interno della Biblioteca Casatanense. In dialetto le chiamiamo anche “fritoe” o fritole. La ricetta rinascimentale è invece conservata al Museo Correr di Venezia, all’interno di una serie di appunti di cucina firmati da Bartolomeo Scappi.

La corporazione dei fritoleri

Pensate che nel Seicento i fritoleri, cioè coloro che facevano le fritole, si unirono in una corporazione. Alla corporazione appartenevano una settantina di fritoleri, che potevano tramandarsi l’appartenenza ad essa di padre in figlio. Nel Settecento, poi, pensate che la frittella fu insignita del titolo di “Dolce Nazionale dello Stato Veneto”. 

Le frittelle veneziane nell’arte

Pensate che le frittelle veneziane fanno parte così fortemente della storia e della cultura del Veneto che sono presenti anche in molte opere d’arte di prestigio. Sono innumerevoli i quadri appartenenti al Seicento o al Settecento che raffigurano proprio il personaggio del venditore o della venditrice di fritole. Ai tempi era possibile acquistare le frittelle come cibo da strada: il venditore forniva la frittella infilzata in una sorta di spiedo, affinchè fosse possibile gustarla senza ungersi le dita nè scottarsi.

Le frittelle veneziane nella letteratura

Non mancano le citazioni letterarie. Lo scrittore e nobiluomo veneziano Pietro Gasparo Moro scriveva nel 1800 a proposito dei fritoleri:

Hanno sempre sul davanti un pannolino che s’assomiglia al grembial delle donne, che sembra venuto allora fuor dal bucato. Tengono in mano un vasetto bucherellato con cui gettano del continuo zucchero sulla mercie, ma con tal atteggiamento che par vogliano dire: e chi sente l’odore e il sapore di questa cosa che noi inzuccheriamo?

Analogamente, Giovanni Marangoni, li descriveva così:

Cuocitori e venditori a un tempo, impastavano la farina sopra ampi tavolati per poi friggerle con olio, grasso di maiale o burro, entro grandi padelle sostenute da tripodi. A cottura ultimata le frittelle venivano esposte su piatti variamente e riccamente decorati, di stagno o di peltro. Su altri piatti, a dimostrazione della bontà del prodotto venivano esibiti gli ingredienti usati: pinoli, uvette, cedrini.

Non possiamo infine non menzionare Carlo Goldoni, famosissimo commediografo veneziano, che menziona la frittella proprio all’interno di una sua commedia dal titolo Il Campiello, risalente al 1756. 

La frittelle veneziana nella cucina ebraica

Come sapete a Venezia c’è uno dei ghetti ebraici più antichi d’Italia. Gli ebrei gradirono particolarmente la fritola veneziana e scelsero di rivisitarla, dando vita ad una versione tutta loro che ancora oggi è protagonista della ricorrenza del Purim.

Per la ricetta delle frittelle veneziane originale, vi invitiamo a cliccare qui



Marmellata di uva, domande e risposte frequenti

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L’autunno ci coccola con sapori e profumi inebrianti e confortanti, colori caldi ed avvolgenti e sapori che amiamo ritrovare dopo una lunga estate. Castagne, cachi, zucche, uva ripopolano e colorano la nostra cucina. L’uva è forse, tra la frutta autunnale, la regina. E ci piace preparare la marmellata d’uva, per rendere la colazione autunnale ancor più piacevole. Abbiamo dunque deciso di preparare la marmellata di uva in casa e ora ci sorgono mille dubbi sul tema. Siamo sicuri di sapere come si fa e di conoscere tutti i trucchi del mestiere? Scopriamo insieme a proposito della marmellata di uva un po’ di domande frequenti con relative risposte.

Come togliere i semi dai chicchi di uva?

Una delle domande più frequenti è relativa alla preparazione dei chicchi di uva. Come togliere i semi dai chicchi di uva? Un bel problema! Se iniziamo ora, forse finiremo domani! Ma è un’operazione che va fatta altrimenti la nostra marmellata di uva sarà immangiabile. E allora vi diciamo noi come fare: prendete una pentola e metteteci dentro l’uva. Accendete la fiamma bassa. Dopo 10 minuti togliete dal fuoco e passate l’uva al setaccio. La polpa scenderà al di sotto del setaccio e i semi rimarrano nel setaccio!

Qual è la differenza tra marmellata e confettura?

Molte persone pensano che la differenza tra marmellata e confettura risieda nella percentuale di frutta. In realtà non è così. La percentuale di frutta può fare la differenza tra confettura e confettura extra (nella confettura extra ci deve essere + del 45% di frutta. Quanto alla differenza tra marmellata e confettura, invece la differenza risiede nel tipo di frutta. La marmellata è a base di agrumi (almeno 20%), la confettura invece è a base di altra frutta (almeno 35%). Dunque come noterete quando parliamo di marmellata di uva usiamo un gergo “di casa”, ma a voler essere precisi dovremmo dire confettura di uva.

Nella marmellata di uva si può sviluppare il botulino?

Il botulino si può sviluppare anche nella marmellata di uva. E’ raro: le intossicazioni da botulino da consumo di marmellata sono remote ma è qualcosa che può accadere dunque meglio informarsi bene e tenerne conto. Dovete sapere che il botulino si sviluppa anche in assenza di aria. Avrete spesso sentito dire che dopo aver riempito i vasetti di marmellata o confettura di uva bollente dovete metterli capovolti in modo da creare il sottovuoto. Per completare la sterilizzazione invece si consiglia di bollire i vasi chiusi bene per 30 minuti in acqua. 

 



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