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Cavoletti di Bruxelles ricette: piccoli tesori nutrienti da scoprire in cucina

Ricette con cavolini di Bruxelles, idee da copiare


ricette con cavoletti di Bruxelles - pasta al forno con cavoletti di bruxelles - Ricettepercucinare.com

I cavoletti di Bruxelles sono uno dei tesori nascosti della cucina, spesso trascurati ma ricchi di sapore e benefici per la salute. Queste piccole brassicacee, chiamate anche “cavolini di Bruxelles”, sono originarie del Belgio, ma oggi si trovano in tavola in tutto il mondo. Sono una fonte eccellente di vitamine, minerali e fibre, rendendoli un alimento ideale per una cucina salutare e gustosa. Un grande classico in fatto di cavolini di Bruxelles sono naturalmente i cavoletti di Bruxelles al forno gratinati, ma non è l’unico. Vediamo due idee, una più classica e una più originale, per preparare questo straordinario, delicato e gustoso contorno. Cavoletti di Bruxelles ricette, si parte! 

Ricetta classica: cavoletti di Bruxelles al burro e limone

Ingredienti

  • 500 g di cavoletti di Bruxelles
  • 2 cucchiai di burro
  • Il succo di un limone
  • Sale e pepe a piacere
  • Prezzemolo fresco tritato (per guarnire)

Procedimento

  • Inizia lavando e tagliando a metà i cavoletti di Bruxelles.
  • In una pentola d’acqua leggermente salata, lessali per circa 5 minuti finché saranno teneri ma ancora croccanti. Scola e mettili da parte.
  • In una padella, sciogli il burro a fuoco medio-basso e aggiungi i cavoletti di Bruxelles lessati. Rosolali leggermente per un paio di minuti.
  • Aggiungi il succo di limone, sale e pepe a piacere, e continua a cuocere per altri 2-3 minuti fino a quando i cavoletti sono leggermente dorati e il liquido si è ridotto.
  • Servi i cavoletti di Bruxelles caldi, spolverizzati con prezzemolo fresco tritato.

Ricetta creativa: cavoletti di Bruxelles al forno con pancetta e formaggio parmigiano

Ingredienti

  • 500 g di cavoletti di Bruxelles
  • 100 g di pancetta a dadini
  • 1/2 tazza di formaggio Parmigiano grattugiato
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • Sale e pepe a piacere

Procedimento

  • Taglia i cavolini di Bruxelles a metà e mettili in una ciotola grande. Aggiungi l’olio d’oliva, il formaggio Parmigiano grattugiato, la pancetta a dadini, il sale e il pepe. Mescola bene per distribuire gli ingredienti uniformemente.
  • Trasferisci il tutto in una teglia da forno e cuoci a 180°C per circa 25-30 minuti o finché i cavoletti sono dorati e croccanti.
  • Servi i cavoletti di Bruxelles al forno come contorno delizioso o come piatto principale con una spolverata extra di formaggio Parmigiano.

Abbinamenti consigliati con i cavoletti di Bruxelles

  • I cavoletti di Bruxelles si sposano bene con il pollame, come il pollo o l’anatra. Prova a servirli come contorno con un petto di pollo grigliato o un’insalata di anatra affumicata.
  • Accompagna i cavolini di Bruxelles con patate al forno o purè di patate per un piatto “confortante”
  • Per un tocco esotico, prova a cucinare i cavoletti di Bruxelles con un po’ di salsa di soia, zenzero e aglio e servi come contorno a un piatto di sushi o pesce alla griglia.

In conclusione, i cavolini di Bruxelles meritano un posto d’onore nella tua cucina grazie al loro sapore unico e ai numerosi modi in cui possono essere preparati. Sperimenta con queste ricette e abbinamenti per scoprire tutto il loro potenziale gastronomico e nutritivo. Buon appetito!



Quanto deve cuocere il salmone?

quanto deve cuocere il salmone - Ricettepercucinare.com


quanto deve cuocere il salmone - Ricettepercucinare.com

Quanto deve cuocere il salmone? Questa domanda ce la siamo posta varie volte ed è ora di dare una risposta univoca. Naturalmente ci stiamo riferendo al salmone fresco e non a quello affumicato, che come ben sapete non ha bisogno di essere cotto. Vediamo subito tutte le info in merito al salmone fresco o decongelato.

Quanto deve cuocere il salmone in padella

Parola d’ordine umidità

Per fare il salmone in padella non serve aver frequentato corsi di alta cucina. E’ un piatto molto semplice e gustoso che non richiede né abilità né tempo. Adesso vi diamo subito le indicazioni necessarie riguardo il tempo di cottura del salmone in padella. Se si tratta di tranci di salmone decongelato, non avranno la pelle. Se invece sono tranci o fette di salmone fresco, avranno la pelle. Puoi lasciarla! Abbi cura però di cominciare la cottura dal lato della pelle e di fare in modo che questa abbrustolisca per bene. Mentre i tranci cuociono, raccogli con un cucchiaio i fluidi di cottura e versali mano a mano sul salmone.

Se cuoci troppo il salmone, questo diventerà stopposo e sgradevole. Ecco perchè i tempi di cottura sono importantissimi! 4 minuti per lato sono sufficienti! Ti accorgerai che il salmone è cotto semplicemente osservandolo: il suo colore, da rosa scuro diventerà mano a mano rosa pallido. Più il calore penetra in profondità e più il colore cambia.

Osserva il salmone mentre lo cuoci: l’andamento del colore stesso ti indicherà che è ora di girare il tuo trancio! Ti accorgerai infatti che è cotta metà inferiore perchè mano a mano cambia il suo colore.

Il segreto per avere un buon salmone, sia esso in padella o al forno, è accertarsi che questo rimanga ben umido. Una cottura troppo prolungata lo renderà secco e stopposo! Ecco perchè una cottura veloce e fiamma alta, bagnandolo continuamente, è l’ideale.

Quante calorie ha il salmone in padella?

Il salmone non è un pesce particolarmente magro, ma è un pasto proteico nutriente adatto a tutta la famiglia

Il salmone in padella ha 396 calorie ogni 100 grammi. Come detto non è un alimento troppo magro, ma è un ottimo alimento per tutta la famiglia, sano e altamente proteico, oltre che ricco di Omega 3 e grassi buoni per la salute. Per un’alimentazione completa, ti consigliamo di alternare il salmone a del buon pesce azzurro di pezzatura piccola, pescato nel mar Mediterraneo.

Quanto deve cuocere il salmone al forno?

Veniamo ora ai tempi di cottura del salmone al forno. Per cuocere il salmone al forno dovrete accendere il forno a 180 gradi in modalità statica. La modalità statica vi aiuta a mantenere il salmone umido e succoso. Se fate l’errore di accendere il forno in modalità ventilata finirete per seccare il pesce! A meno che non decidiate di cuocere il pesce in un bel cartoccio ben sigillato, con aromi vari e del buon succo di limone. In tal caso otterrete un pesce molto tenero ma in buona sostanza praticamente bollito. Ora invece vi diremo come cuocere il salmone al forno mantenendolo umido e avendo una buona rosolatura. 

Ecco quanto deve cuocere il salmone al forno

Vediamo subito quanto deve cuocere il salmone al forno: ad una temperatura di 180 gradi cominciate la cottura del vostro salmone e protraetela per 20 minuti. Dopodichè azionate la funzione grill e alzate a 230 gradi. Dopo 3 o 4 minuti toglietelo dal forno. Servitelo caldo!

Come si fa a capire se il salmone è cotto?

Il colore, come detto già poc’anzi, è un valido aiuto. Il colore del salmone tende a schiarire mano a mano che il salmone cuoce. Dunque si passerà da un rosa vivace e brillante ad un rosa pallido.

Quali contorni vanno bene con il salmone?

Abbiamo parlato dei tempi di cottura del salmone, ora vediamo come servire il salmone. I contorni che vanno bene per il salmone sono:

  • spinaci lessi
  • insalata verde
  • insalata mista
  • cous cous
  • riso basmati bianco, magari da accompagnare con una buona salsa alla curcuma

Quali piatti posso preparare con un trancio di salmone?

Se hai un solo trancio di salmone o vuoi risparmiare e desideri acquistarne solo uno, sappi che ti può bastare per dar vita a piatti deliziosi e gustosi. Ecco alcune idee:

  • penne al salmone, che puoi preparare anche con del buon salmone fresco, che farai cuocere il padella a fuoco vivace, sfaldandolo mano a mano con un cucchiaio di legno
  • noodles al salmone, per un tocco etnico in cucina, saltati in padella con verdurine a julienne e salsa di soia
  • un panino o baguette con salmone e coleslaw, spalmata con un delicato burro erborinato
  • caserecce con salmone e crema di tartufo bianco

Vi abbiamo raccontato quanto tempo deve cuocere il salmone, fate tesoro dei nostri consigli e fateci sapere qualche ricetta preferite!

 



3 cose che non sapevi sul radicchio di Treviso

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radicchio di treviso in padella - Ricettepercucinare.com

Il radicchio di Treviso è un’autentica bontà. Prodotto tipico del Veneto, è molto amato anche nel resto d’Italia. Ottimo crudo, si presta molto bene ad essere anche cotto e “trasformato” al fine di dar vita a tante diverse preparazioni. Ma sappiamo davvero tutto sul radicchio di Treviso? Ecco 5 cose che forse non sapevi su questo strabiliante e coloratissimo ingrediente. 

1 – Il Radicchio ha molte caratteristiche benefiche

Il radicchio di Treviso è un alimento sano e leggero. Ha un buon effetto disintossicante ed antiossidante. E’ ricco di vitamine del gruppo B, vitamina C e vitamina K. E’ anche ricco di potassio. Oltre a disintossicare l’intestino, aiuta le arterie a tenersi pulite e a tenere a bada il colesterolo. Il suo effetto antiossidante invece è perfetto per ritardare o prevenire l’insorgenza delle patologie tipicamente legate all’invecchiamento cellulare. Infine, riduce la glicemia!

2 – La produzione del radicchio di Treviso è molto particolare

Vi immaginerete un bel campo pieno di cespi di radicchio di Treviso pronti ad essere raccolti e venduti. La realtà dei fatti non è esattamente così. Il radicchio di Treviso prevede una procedura un po’ più articolata e complicata. Le fasi della produzione del Radicchio di Treviso sono fondamentalmente 3 e sono la preforzatura, l’imbianchimento e la toelettatura. Durante la preforzatura, i cespi di radicchio sono raccolti con le loro radici, legati in mazzi e ripiantati in apposite serre. Durante l’imbianchimento, il radicchio è posto “in ammollo” in apposite vasche d’acqua. Infine, durante la toelettatura, si esegue un lavaggio dei cespi, che poi andranno in vendita.

3 – Qual è l’origine del radicchio di Treviso?

Il radicchio di Treviso è un ortaggio dalle origini piuttosto datate. Sembra che abbia fatto la sua comparsa in quel di Treviso appunto nel Cinquecento. Vi sono alcuni testi dell’Ottocento che fanno riferimento chiaramente a questo tipo di radicchio.

 



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