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Scoperto il formaggio più antico del mondo in una tomba

La tomba di Ptahmes custodiva una forma di formaggio
Solitamente quando si pensa all’Antico Egitto non si può fare a meno di menzionare le tombe, i sarcofagi, che sono delle vere e proprie case per l’aldilà. All’interno di queste tombe, difatti, vi si trovavano diversi oggetti di uso quotidiano per il defunto e così tra i tanti oggetti ritrovati, vi è pure una forma di formaggio. In particolare, nella tomba del Ptahmes ovvero del sindaco della città di Menfi è stata ritrovata un’anfora che custodiva al suo interno una sostanza dura e bianca. Gli studiosi, dunque, effettuando diverse ricerche sono arrivati alla conclusione che si trattasse semplicemente di una forma di formaggio fatto con latte di mucca, pecora o capra. Forse, il sindaco dell’antica città era un gran goloso di questo tipo di formaggio!
Il formaggio più antico e pericoloso ha 3200 anni
Ad ogni modo, nonostante il grande stupore per la scoperta, vi è stato qualcosa di ancor più interessante: difatti, grazie a delle analisi approfondite effettuate sul monumento funerario e in particolare sul prodotto presente nell’anfora, si è arrivati a capire che la forma ha 3200 anni e, inoltre, sarebbe molto pericolosa per la salute umana. Sicuramente, vi starete chiedendo che cosa possa avere di così pericoloso del formaggio! Praticamente, all’interno di esso, è stato trovato un batterio-killer ossia quello che è in grado di provocare la Brucellosi. Questa malattia altamente mortale si può contrarre quando si mangia un alimento che non ha subito la pastorizzazione e, forse, nel caso di questo formaggio è proprio ciò che è successo. Questo studio, che ha suscitato interesse a livello internazionale, è stato condotto in Italia grazie alla mano del chimico dell’Università di Catania, Enrico Greco, che ha sottolineato che si tratta senz’altro del reperto archeologico di formaggio solido più antico scoperto ai giorni nostri!

In Bocca al Lupo con Patate

Nonostante il nome, si tratta di un piatto benaugurante ma di un arrosto di carne di maiale in crosta di patate ispirato al mondo delle fiabe. Benedetta ci insegna a cucinare questo simpatico secondo.

Puntata I Menu di Benedetta: 26 novembre 2012 (Menu delle Favole[1])
Tempo preparazione e cottura: 50 min ca.

Ingredienti In Bocca al Lupo con Patate per 4 persone:

  • 600 gr di filetto di maiale
  • 2 patate
  • 2 cucchiai di farina
  • senape qb
  • timo
  • olio
  • sale

Procedimento ricetta In Bocca al Lupo con Patate di Benedetta Parodi

  1. Rosolare il filetto di maiale legato a fuoco vivace su tutti i lati e salare.
  2. Sbucciare e grattugiare le patate e unirle alla farina, facendo compattare bene.
  3. Trasferire le patate su in foglio di carta forno, stendendole bene e completando con timo e sale per preparare la futura crosta.
  4. Tagliare lo spago dal filetto, spalmarlo con un po’ di senape e disporlo sulle patate.
  5. Avvolgere la carta forno con le patate attorno al filetto, chiudendo bene a caramella.
  6. Trasferire in forno a 200 gradi e cuocere per circa mezzora

References

  1. ^ Menu delle Favole

Il pesto alla genovese è tra i prodotti italiani più contraffatti nel mondo

Ricettepercucinare.com


come fare il pesto alla genovese - My Italian Recipes

Coldiretti così come altri enti impegnati nella tutela dei produttori e dei consumatori stilano sovente la classifica dei prodotti italiani più copiati e “taroccati” nel mondo. Tra questi ovviamente il Parmigiano Reggiano, la mozzarella, i vini. E’ notizia di oggi che nella top ten di questa poco felice classifica spicca oggi anche il pesto alla genovese. Ebbene si. Ma vediamo di capire qualcosa di più su questo argomento. 

Pesto alla genovese: un’eccellenza del Made in Italy

Forse qualche genovese troverà lusinghiera l’idea che il famoso condimento a base di basilico fresco sia entrato nella hit dei prodotti alimentari italiani più copiati e “taroccati” del mondo. Ma in realtà c’è ben poco da ridere. Coldiretti però conferma: il pesto alla genovese è entrato di diritto nella top ten dei prodotti più amati e ingiustamente bistrattati nel mondo.

La contraffazione di tutto ciò che è Made in Italy

Prodotti contraffatti confezionati ad hoc con il giusto mix di nomi e colori

Dovete considerare che la contraffazione di tutto ciò che è Made in Italy o ha a che fare con il prodotto italiano è un fenomeno molto comune. Spesso si usano termini italiani o che suonano simili a quelli italiani e combinazioni di colori nei packaging che rievocano le tonalità del tricolore per evocare l’idea di Made In Italy pur non essendo made in Italy. Si tratta di pratiche di contraffazione imitativa del tutto ingannevole che oggi vede protagonista proprio il pesto alla genovese. Subiscono già questa inquietante sorte il Provolone, il Pecorino romano, il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, la mortadella, il salame, il Chianti e il Prosecco. Prodotti imitati e presentati con strategie di naming “italianeggianti” e colori che ricordano proprio la nostra bandiera.

Come fare il pesto alla genovese? All’estero non è chiaro!

Rimane indubbio che solo gli italiani ed in particolar modo i liguri ed i genovesi sanno come fare il pesto alla genovese e che un prodotto similare acquistato all’estero non avrà mai il medesimo sapore dell’originale italiano. Ci auguriamo che in sede comunitaria e nelle opportune sedi internazionali il nostro paese abbia modo di far valere l’originalità e l’autenticità dei prodotti made in Italy che fanno grande la nostra nazione.

 



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