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Fatti fritti, o parafrittus o frati fritti, a voi la scelta


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Fatti fritti, o parafrittus o frati fritti, a voi la scelta



Carnevale è sinonimo di allegria e spensieratezza e anche i dolci tipici del periodo si basano sullo stesso concetto: si mangiano senza pensieri, senza mai rivolgere la mente alle calorie o alla linea. E allora, dopo aver accantonato e soppresso ogni eventuale senso di colpa, gustatevi queste ciambelle, o fatti fritti o parafrittus. Nel post a seguire scoprirete come prepararli al meglio…

I parafrittus, la cui traduzione letterale è frati fritti, (in certe zone il nome è stato storpiato addirittura in fatti fritti), sono dei dolci che si preparano in Sardegna nel periodo di Carnevale.
I fatti fritti non sono nient’altro che delle ciambelle ricavate da una sorta di impasto brioche  fritti e, successivamente, passati nello zucchero semolato, proprio come si fa con le classiche ciambelle che si preparano in tutte le regioni d’Italia. 
Nonostante ci sia ben poco di tradizionale nella loro preparazione, oramai li ritroviamo sempre al fianco dei dolci tipici sardi. Ciò che li contraddistingue è solo il nome: parafrittus, ossia frati fritti, o,per storpiatura, fatti fritti. Tale appellativo si presume gli sia stato dato da qualcuno che ha ritrovato nella classica righina bianca una similitudine con la corda del saio dei frati (che sia lo stesso che ha dato il nome ai cardinali[1]?!).
Come sempre, trovate tante versioni di questo dolce con piccole sfumature sulle dosi di uova, zucchero e burro (alcune ricette prevedono l’utilizzo dello strutto) ma all’incirca sono tutte molto simile e hanno sempre una percentuale piuttosto bassa di zuccheri e grassi. Ciò di cui, invece, si abbonda è la quantità del lievito di birra, e sinceramente non ne capisco il motivo. La maggior parte delle ricette prevedono da un minimo del 5% fino ad un massimo del 7 % (mi è capitato di vedere anche il 10%) di lievito di birra calcolato rispetto alla dose di farina. Addirittura, ho letto di persone che raccomandavano, assolutamente, di non cedere alla tentazione di diminuirne la dose, perché il segreto per ottenere dei buoni fatti fritti è proprio l’elevata quantità di lievito. Personalmente non condivido e non sono d’accordo con tali affermazioni e, infatti, sono qui per proporvi la mia versione di fatti fritti preparati con l’1% di lievito e, come potete vedere anche dalla foto, il risultato non è stato niente male. Usando poco lievito e aumentando i tempi di riposo,non facciamo altro che migliorare il gusto e la digeribilità del prodotto.
Ora passiamo alla descrizione della ricetta.
Con la seguente dose otterrete circa una ventina di palline di 45-50 grammi di peso.


Ingredienti per i fatti fritti:

  • 350 grammi di farina 00 330W (*);
  • 150 grammi di farina 00 speciale per pizza;
  • 5 grammi di lievito di birra fresco;
  • 250 grammi di latte intero;
  • 2 uova intere di categoria media;
  • 50 grammi di zucchero semolato;
  • 50 grammi di burro (preferibilmente di tipo bavarese); 
  • 6 grammi di sale;
  • 10 grammi di scorza d’arancia (**);
  • olio di arachidi per la frittura;
  • zucchero semolato per la guarnitura.



Note.
(*) Circa la tipologia della farina, potete scegliere quella che preferite però tenete conto che usando una parte di farina di forza otterrete, sicuramente, un impasto più elastico che reggerà meglio la lievitazione. Io stessa, ho provato i fatti fritti con diversi tipi di farina, partendo dalla farina 00 commerciale, alla miscela tra 00 e speciale pizza, fino a quest’ultima miscela che, effettivamente, mi ha dato il miglior risultato in assoluto.
(**) Io ho utilizzato della scorza di arancia essiccata e ridotta in polvere.


Preparazione dell’impasto e prima lievitazione.
Potete preparare l’impasto a mano o utilizzando la planetaria. Io mi sono agevolata il lavoro ed ho impastato il tutto con quest’ultima. In ogni caso dovrete ottenere un impasto che sia omogeneo, morbido ma ben asciutto ed incordato.
In planetaria vi posso consigliare di procedere in questo modo:
mescolate insieme i due tipi di farine e versatene circa 400-450 nel cestello della planetaria, unite anche il lievito di birra sbriciolato. Montate la foglia e con la macchina in azione a bassa velocità versate a filo il latte. Fate lavorare fino a che l’impasto non si compatta. Aggiungete quindi un uovo, metà dose di zucchero, e quasi subito dopo una parte della farina che avete lasciato da parte. Fate girare la foglia a velocità media e quando l’impasto avrà ripreso corda, unite l’altro uovo, il sale, lo zucchero restante e, poco dopo, la farina rimasta. Lavorate ancora fino ad avere un impasto omogeneo con una buona incordatura. Se necessario, di tanto in tanto fermate la macchina e ribaltate l’impasto. Quando l’impasto ha nuovamente preso corda, unite il burro tenuto a temperatura ambiente. Fate girare fino a far incorporare bene il grasso. Sostituite la foglia con il gancio e fate chiudere l’incordatura facendo lavorare per pochi minuti. 
Ribaltate l’impasto su un piano e chiudetelo a palla. Lasciate riposare coperto con pellicola fino al raddoppio del suo volume, oppure, ancor meglio, conservatelo in frigo fino al giorno dopo.


Preparazione delle palline e seconda lievitazione
Dopo l’opportuno riposo riprendete l’impasto. Appiattitelo in modo da togliere i gas di lievitazione e dividetelo in palline di circa 45-50 grammi di peso. Appiattite leggermente ciascuna palline e con coppapasta, o qualsiasi altra formina circolare con diametro di circa 1,5 centimetri, fate un buco al centro della pallina. Disponete le ciambelline cosi ottenute su un piano leggermente infarinato, coprite con della pellicola per evitare che si creino delle crosticine e lasciate lievitare fino a che non avranno raggiunto quasi il raddoppio del proprio volume, ci vorranno dalle due alle tre ore in relazione alla temperatura ambiente e alla dose di lievito che avete messo nell’impasto.
Quando vedete che la lievitazione ha raggiunto un buon livello iniziate a preparare l’olio per la frittura.


Frittura dei fatti fritti.
Prendete una pentola profonda e riempitela con un litro di olio di semi di arachidi.
Portate l’olio ad una temperatura di circa 170° C e immergete una alla volta le ciambelle.
Se la lievitazione è al punto giusto le ciambelle galleggeranno e si creerà la famosa e tanto ambita riga bianca. Quando la parte immersa nell’olio sarà dorate girate la ciambella sull’altro lato e proseguite la cottura in modo da avere una cottura uniforme su tutta il prodotto.
Scolatele dall’olio e ponete su un piatto coperto con carta assorbente.
Passate nello zucchero semolato e gustate queste ciambelle

References

  1. ^ cardinali (blog.giallozafferano.it)

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