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Abissine La Molisana, e scandalo fu

abissine o conchiglie rigate La Molisana - MyItalian.recipes


abissine o conchiglie rigate La Molisana - MyItalian.recipes
Fonte: lamolisana.it

Abissine rigate La Molisana: chi le ha mai assaggiate, godendosi tutta la bontà di un buon piatto di pasta e senza alcun retropensiero? Eppure, com’è usanza nel nostro Bel Paese, la polemica (inutile) era dietro l’angolo, pronta ad esplodere. Vi raccontiamo com’è andata. 

Come è nata la polemica intorno alla pasta Molisana abissine rigate

In questi ultimi giorni la faccenda della pasta La Molisana e il formato abissine rigate ha suscitato parecchio scalpore tra gli utenti del mondo social (e non solo). Infatti, la scheda descrittiva sul sito La Molisana ha contribuito a far aumentare l’indignazione intorno a dei formati di pasta che, apparentemente, potevano non avere un significato ben preciso. Facciamo, però, un passo indietro e cerchiamo di capire come è nata la polemica intorno alla pasta La Molisana abissine rigate. Il fotografo milanese Nicola Bertasi, in un certo senso, è colui che ha lanciato la “pietra” sul web ed ha avviato una serie di riflessioni nei confronti del pastificio italiano. Il fotografo, infatti, avendo acquistato un pacco di abissine rigate per preparare il suo pranzo, è stato incuriosito dal nome del formato (alquanto originale per della pasta) e così si è messo davanti al proprio pc, cercando su Google il motivo per il quale si chiamasse così. Insomma, sul sito ufficiale del pastificio La Molisana è campeggiava un testo piuttosto enfatico, che descriveva il formato di pasta in questione con frasi come “celebrazione del colonialismo” e ancora “sicuro sapore littorio”. Un testo che il noto fotografo ha interpretato come provocatorio, chiaramente redatto con riferimento al periodo buio italiano – quello del colonialismo in Africa. E dunque Bertasi ha immediatamente deciso di esternare il suo pensiero su Facebook. Da lì a poco il post ha cominciato a diventare virale, suscitando altrettanto stupore ed indignazione da parte di alcuni utenti del web.

Un cambio di rotta per la pasta  LaMolisana abissine rigate

Davanti all’evidenza e dopo una giornata di intense polemiche scattate sui social, il pastificio di Campobasso La Molisana non ha potuto far altro che prendere in mano la situazione e cambiare i nomi “provocatori” dei suoi formati di pasta. Così, le abissine rigate della pasta La Molisana sono diventate conchiglie rigate, mentre che le tripoline lunghe sono ora mezze fettuccine ricce e, per finire, le tripoline si sono trasformate in farfalline. L’amministratore delegato Giuseppe Ferro ha spiegato che il pastificio vanta 100 anni di storia e che lui insieme ad altri hanno preso in mano l’azienda nel 2011, senza pensare al cambio dei nomi dei formati che, invece, hanno rievocato un’epoca drammatica della storia italiana. Ora, però, possiamo dire tutto è bene quel che finisce bene!

Torta di rose ……. sempre deliziosa

La torta di rose è uno di quei dolci favolosi da gustare, moltissime sono le ricette e le varianti. Spesso la faccio con l’impasto della treccia russa, però l’altro giorno volevo rifare quella favolosa fatta al corso, però non avevo la pasta madre ben rinfrescata e così l’ho leggermente modificata per poterla preparare con poco lievito, anche perché sapevo che l’avrei cotta il giorno dopo.
La torta era meravigliosa, anche se ha perso un po’ la forma avendo uno stampo troppo alto, l’ho cotta nel forno a legna … semplicemente meravigliosa, purtroppo la foto è solo quella dell’ultimo pezzo rimasto però anche se non rende merito vi assicuro che è assolutamente da fare.

PREIMPASTO (Primo pomeriggio o mattino)
40gr latte
6gr lievito di birra
70gr circa farina 00
PRIMO IMPASTO (Prima serata 20.00)
Preimpasto
310gr farina 00 (proteine 13%)
2 uova  + 2 tuorli
70gr acqua
50gr burro
50gr zucchero
SECONDO IMPASTO (Seconda serata 23.00)
90gr farina 00
25gr latte
2 tuorli
60gr burro
50gr zucchero
7gr sale
18gr miele d’acacia
1 cucchiaino estratto vaniglia

FARCIA
Crema pasticciera
Marmellata albicocche
PREIMPASTO
Volendo usare poco lievito è importante fare un preimpasto e lasciarlo lievitare bene
Sciogliere il lievito nel latte e poi aggiungere  la farina  e amalgamare  fino a formare un panetto che metteremo a lievitare per 5-6 ore in un barattolo a chiusura ermetica
Alla sera come si può notare la lievitazione è molto ricca.

PRIMO IMPASTO
Sciogliere il preimpasto nell’acqua, poi aggiungere le uova ed amalgamare bene
Io questa volta ho lavorato tutto l’impasto a mano, si può naturalmente utilizzare l’impastatrice.
Quando abbiamo amalgamato bene, aggiungiamo i tuorli, lo zucchero e un po’ alla volta la farina continuando ad impastare molto bene, solo a questo punto aggiungiamo un po’ alla volta il burro che dovrà essere ammorbidito (della stessa consistenza dell’impasto) per poterlo amalgamare meglio.
Lavorare l’impasto bene fino a quando si presenterà bello liscio e semilucido.
Mettere l’impasto in una ciotola coperta con pellicola e mettere a lievitare per 2-3 ore fino a triplicare il volume
Nota curiosa io ho messo la ciotola in macchina e poi siamo partiti per la montagna
SECONDO IMPASTO
Quando l’impasto è triplicato, 

lavorarlo per un paio di minuti sgonfiandolo, poi aggiungere il latte e un po’ di farina in  modo da avere sempre un bell’impasto sostenuto.
Aggiungere uno alla volta i tuorli, con un po’ di zucchero e farina e amalgamare bene per mantenere l’impasto sempre bello elastico prima di aggiungere il tuorlo successivo.
Alla fine aggiungere anche il sale, poi il miele e un po’ alla volta il burro che anche in questo caso deve essere morbido.  Solo alla fine aggiungere l’estratto di vaniglia.
Lavorare ancora bene l’impasto ed alla fine controllare il velo, prendendo un pezzettino di pasta infarinarlo leggermente e tenderlo tra le dita se si stende diventando trasparente proprio con un velo l’impasto è perfetto.
Trasferire l’impasto nella ciotola coprire con pellicola lasciarlo riposare per 30 minuti, quindi trasferirlo in frigo fino al mattino
Mentre l’impasto riposava, ho preparato e messo in salamoia il coniglio perché la domenica oltre a questa splendida torta di rose ci sarebbe stato il coniglio con la polenta dipatate
FORMA TORTA DI ROSE
Al mattino togliere l’impasto dal frigo, lasciarlo a temperatura ambiente per circa 15 minuti, per rendelo maneggiabile e poi stenderlo in un rettangolo di circa 7mm di spessore, quindi farcirlo con un velo di marmellata di albicocche lasciando libere due dita in basso, 

quindi sopra la marmellata spalma un po’ di crema pasticcera quindi arrotolare stretto l’impasto e poi avvolgerlo nella pellicola e trasferirlo in frigorifero  per 15 minuti circa per far riprendere un po’ di consistenza

Quindi tagliare con una spatola a pezzi di 4cm circa, 

quindi sistemarli in uno stampo alto circa 7cm foderato con carta forno leggermente distanziate tra loro e con il taglio verso l’alto.

Coprire con pellicola e far lievitare fino al raddoppio

A lievitazione avvenuta spennellare con tuorlo e latte e infornare a 170° fino a cottura, fare la prova stecchino il tempo dipende dalla grandezza dello stampo. Io l’ho cotta nel forno a legna per circa 30 minuti.

Con questa splendida torta di rose, di cui le foto non rendono merito, vi auguro un buon ferragosto

Ricetta insalata russa

Già quando ero un’ingenua adolescente che sbadatamente prendeva l’autobus che andava nella direzione opposta alla scuola (e sottolineo, sbadatamente) qualcuno dubitava delle mie origini 100% italiane. Sarà stata la mia stretta vicinanza alla città lagunare veneta o la mia cadenza volutamente uguale a quella delle mie amiche ( è risaputo, quando si è giovani vogliamo appartenere ad un gruppo ) ma si azzardavano ipotesi che io avessi qualche lontano avo russo.

Allora l’unico russo che conoscevo io, era quello che accompagnava il mio dolce nonno ogni notte, ma di parenti russi non ne avevo mai sentito parlare.
Io, che credo molto nelle coincidenze e delle cose che non accadono mai per caso, solo qualche anno più tardi mi sono iscritta alla facoltà di lingue. Oltre all’inglese, l’idioma che ha conquistato il mondo, provate ad indovinare quale altra lingua ho scelto? Il russo, appunto!

Il mio destino ha voluto che iniziassi a mangiare l’insalata russa solamente quando ho iniziato a studiare la materia. Preparata solo con maionese homemade, questo antipasto-ma-anche-secondo ha conquistato il mio palato. Infine, per imparare una lingua bisogna abbracciare tutta la sua cultura, cucina compresa.

Piccola nota: insalata russa in russo si dice Салат Оливье (salat oliviè) che tradotto significa insalata francese.

 

Ingredienti:
100gr piselli
100gr fagiolini
2 patate
2 carote
3 cetriolini sott’aceto

Per la maionese:
2 tuorli
1/2 limone
200gr olio
sale

Preparazione:
Nel frullatore versate i tuorli, aggiungete il sale.
Iniziate a frullare e versate l’olio poco per volta. Aggiungete anche il succo di limone e continuate a frullare fino a raggiungere la consistenza desiderata.

Fate riposare la maionese in frigorifero e nel frattempo pulite e fate lessare le verdure, preferibilmente in pentole diverse.
Quando saranno cotte, tagliatele a pezzetti e versatele in un’insalatiera.
Aggiunte anche i cetriolini tagliati a dadini e per ultima la maionese.

Amalgamate il tutto delicatamente e lasciate riposare in frigorifero almeno un paio di ore prima di servirla.

Tagged: antipasti veloci, carote, insalata, maionese, patate, uova[1][2][3][4][5][6]

References

  1. ^ antipasti veloci
  2. ^ carote
  3. ^ insalata
  4. ^ maionese
  5. ^ patate
  6. ^ uova

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